Casa in usufrutto, la scappatoia per toglierla ancora in vita: la Legge che nessuno conosce

La Legge consente di togliere l’usufrutto di una casa quando il beneficiario è ancora in vita. Scopriamo l’escamotage. 

La revoca dell’usufrutto di un immobile è possibile se l’usufruttuario è ancora in vita? Ci sono delle situazioni che lo permettono al verificarsi di alcune condizioni specifiche. Precisiamo che l’usufrutto è un diritto complementare alla nuda proprietà, un diritto reale di godimento di un bene (un immobile ad esempio). Tale diritto assicura all’usufruttuario l’utilizzo e il godimento della casa di proprietà di un altro soggetto. Il proprietario, dunque, diventa nudo proprietario del bene ossia ne conserva il possesso ma non lo può usare. L’usufruttuario dal canto suo non potrà cambiare la destinazione economica dell’immobile ma potrà trarne ogni utilità.

Come riprendere la casa in usufrutto
Togliere l’usufrutto con il beneficiario in vita (Futurocomune.it)

La durata dell’usufrutto non eccede mai la vita dell’usufruttuario e nel caso di persona giuridica ha durata 30 anni. L’usufruttuario può cedere il suo diritto per un breve periodo o per tutta la durata dello stesso a meno che non sia esplicitamente vietato. Scatta l’estinzione dell’usufrutto in caso di prescrizione a causa del non uso per 20 anni o per la coincidenza dell’usufrutto e della proprietà nella stessa persona oppure per il perimento totale del bene su cui si costituisce il diritto. Ma come fare per togliere l’usufrutto a una persona in vita?

Quando la revoca dell’usufrutto è possibile

Nel contratto di usufrutto sarà indicata la sua durata, a termine (con data prestabilita) oppure vita natural durante (fino a che l’usufruttuario non morirà). Comunemente viene concessa la seconda opzione. Il proprietario dovrà attendere la morte dell’usufruttuario per poter utilizzare l’immobile a meno che non si verifichino alcune condizioni.

Revoca dell'usufrutto, quando è concessa
Le cause della revoca dell’usufrutto (futurocomune.it)

Il nudo proprietario non può revocare l’usufrutto unilateralmente a meno che non si verifichi una delle cause di estinzione del contratto. Parliamo della rinuncia da parte dell’usufruttuario stesso, di un eventuale abuso dell’usufruttuario oppure delle prescrizione per non uso del bene. Solo al verificarsi di una di queste tre ipotesi allora si potrà togliere l’usufrutto. La rinuncia spontanea sarebbe sicuramente l’opzione più auspicabile. Si annuncia tramite atto scritto da trascrivere nei Registri immobiliari.

Per comportamenti illegittimi che danno diritto alla revoca, invece, si intende il deterioramento della casa per mancanza di manutenzione ordinaria, la modifica della destinazione economica originaria, la negligenza negli obblighi di custodia, l’abuso di poteri. Tutto questo per portare all’estinzione del contratto dovrà verificarsi ripetutamente e arrecare un danno al proprietario. Infine la prescrizione che scatta dopo vent’anni di inutilizzo dell’usufrutto sia per volontà dell’usufruttuario sia per impedimenti esterni.

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